domenica 31 ottobre 2010

Incontri di-vini 1

Al via per  i curiosi e gli appassionati del vino le serate di degustazione mascherata. In piccoli gruppi, si lavora sulle sensazioni olfattive, con campioni di profumi di erbe, fiori, spezie. Si applicano poi le sensazioni scoperte e la propria memoria gusto-olfattiva pregressa ad una serie di vini rigorosamente con etichetta coperta, una sorta di percorso ludico di apprendimento. La metodologia di lavoro sulle sensazioni olfattive è tutta francese e prende spunto da quella dei profumieri di Grasse, opportunamente rielaborata per essere applicata al vino e ai suoi sentori. Sabrina Baracchi, sommelier e docente dell’Associazione Italiana Sommelier sta proponendo queste serate gusto-olfattive che creano grande interesse. E’ un modo per imparare ad apprezzare il vino di qualità e passare una serata divertente in compagnia. Le prossime serate: 04 Novembre a Poviglio presso l’Osteria La Piana (tel 0522 969012), il 17 Novembre a Reggiolo presso il Wine Bar Quindi (tel. 0522 971129)
 

La donna ebrea

Spettacolo intenso, “La Donna Ebrea” per la regia di Daniele Franci e la compagnia reggiana del Centro Teatrale Europeo Etoile. Quattro storie di donne ebree portano sul palco il dramma della Shoah. Immobili al buio, il riflettore le illumina, una alla volta, in silenzio, ciascuna racconta la sua storia.  Il culmine della tensione drammatica si raggiunge al terzo racconto, una madre che perde la figlioletta dopo averla tenuta nascosta a tutti a lungo nel proprio scialle: intensa e toccante, senza indulgere in un facile sentimentalismo l’interpretazione di Meri Zambelli. La storia di una sopravvissuta alla deportazione conclude lo spettacolo: nelle sue parole l’importanza del ricordo e della testimonianza. La drammaturgia di Waller Corsi attinge da lettere, documenti, narrazioni della Shoah, Bertold Brecht. La parola risulta il fulcro dello spettacolo, con una tensione drammatica continuamente in aumento e che a volte avrebbe potuto essere un po’ più asciugata.
Accattivante la formula del caffè-teatro, con la disposizione della platea in piccoli salottini con tè, caffè caldo e biscotti offerti al pubblico: crea un’atmosfera intima e raccolta che predispone all’ascolto.
(spettacolo 24 Ottobre 2010)

Per ulteriori info: http://www.centroetoile.eu/
Fotografo Dario Alberici - in primo piano Meri Zambelli
 

sabato 30 ottobre 2010

La parola

Questa settimana a Reggio ha  debuttato "Urge", nuovo spettacolo di  Alessandro Bergonzoni. Mi stupisce sempre la sua funambolica abilità oratoria, quasi compulsiva. La logica ed il senso comune vengono ribaltati e sovvertiti per dare vita ad un racconto paradossale ed onirico, privo di regole che unisce tratti della fantasia libera e del gusto per il gioco del bambino a raffinati doppi sensi. Gioca con gli elementi della parola: il suono della lingua, accenti, punteggiatura, intonazione, interpretazioni diverse, fino a renderla puro canto, slegata dal significato. C’è da un lato la volontà di segnalare come piccole differenze possano cambiare il senso delle cose, ma anche le molteplici possibilità che si scoprono alzando gli occhi dall’abitudine. Nella perdita spiazzante di riferimenti certi, c’è un filo rosso di senso che si intravede. Un’urgenza di vastità, intesa come un respiro più ampio, quello dei sogni - che vanno confusi con i beni che colmano solo dei bisogni - ma è un orizzonte più lontano, spazio per idee nuove, tentativi, possibilità, complessità, con un invito ad agire e a rivoluzionare un sistema che propone sempre più la passività. L’urgenza di prendere una posizione, di reagire alle aggressioni culturali e intellettuali di certa televisione, di certi spettacoli, veri e propri fenomeni di distrazione di massa che limitano pensieri, visioni e azioni. Ma anche questo filo rosso emerge per poi scomparire fra le spire di parole e pensieri che si attorcigliano su se stessi. Alla fine sono confusa: la parola libera o imprigiona?
(spettacolo 26 Ottobre 2010)


venerdì 29 ottobre 2010

Teatro: luogo e comunità

Volevo cominciare con un incontro: Elisabetta Spaggiari e Laura Pazzola, giovani attrici della Scuola Internazionale di Teatro Jacques Lecoq di Parigi. Con il loro entusiasmo e voglia di fare hanno portato qui, nella provincia reggiana, un'idea viva e poetica di teatro che si fa  incontro e scambio con le persone, con la comunità. Spiegano che c'è un primo momento di ricerca, in cui si conosce una storia della comunità; si raccolgono poi le testimonianze: è centrale l'incontro con le persone, solo qui la narrazione si fa memoria collettiva; in fine si mette in scena la storia insieme alla comunità.

Domani sera, dalle ore 21 metteranno in scena al Teatro Rinaldi di Reggiolo la storia del teatro a partire dalla sua chiusura, negli anni '40, raccontata dai fantasmi che hanno atteso il pubblico fino ad oggi. Si passerà attraverso alle diverse destinazioni d'uso del teatro, raccontando ed intrattenedo, per ricordare alla comunità il diritto e la responsabilità di ripendersi un luogo e di farci cultura.

E' bello sentir parlare di "comunità" attrici giovani che vengono da esperienze internazionali; sorprende, nel loro racconto, vedere pian piano formarsi un'intreccio sottile, che è più di una storia di paese, è un pezzo di comunità.