venerdì 30 dicembre 2011

Bologna Artefiera a Gennaio



A Gennaio come sempre Bologna inaugura la stagione dell'arte contemporanea.
Artefiera  2012 dal 27 al 30 Gennaio porta l'arte in città, con un ricco calendario di eventi alla ricerca delle ultime tendenze e degli ultimi prezzi dell'arte contemporanea. In fiera gallerie, case editrici quella che è la più importante fiera internazionale di arte contemporanea in Italia. In giro per la città un interessante percorso alla scoperta di opere d'arte disseminate per il centro storico, eventi collaterali, vernissage, mostre, happening, incontri. E una Notte Bianca tutta dedicata all'arte contemporanea !

Mostre : in conclusione William Kentridge

Tempo solo fino all'8 Gennaio per la mostra di William Kentridge allo Spazio Gerra a Reggio Emilia.
Cortometraggi di animazione disegnati dall'artista sudafricano allegorie del paese nel periodo dell'apartheid. 

Auguri




Auguri a tutti.

A Gennaio si riparte con nuovi propositi  e nuovi programmi.
Riprendono le programmazioni teatrali ma non solo.
Vale la pena guardarsi intorno e fare progetti per l'anno in arrivo
al caldo e nella tranquilità delle vacanze.

Seguiranno segnalazioni degli spettacoli in arrivo nei teatri vicini,
ma anche anticipi di eventi speciali da prenotare subito subito se interessati.

giovedì 29 dicembre 2011

I Subsonica al Valle

QUELLI DEL TEATRO VALLE OCCUPATO SONO DEI GRANDI!!! TUTTO CIO' CHE AVREI VOLUTO VEDERE E NON HO MAI OSATO CHIEDERE PASSA DA LI...


SUBSONICA al Teatro Valle Occupato – Giovedì 29 dicembre h. 21


S U B S O N I C A

IN CONCERTO

h.21

Un’altra occasione per varcare la soglia illegale del foyer e condividere un atto non neutro e di lotta che si traduce in atto creativo.
Il Teatro Valle Occupato è un teatro aperto e si esprime, di volta in volta, attraverso chi lo abita, lo vive, ci passa o lo attraversa, declinando generi, stili e narrazioni differenti.
In questo caso l’atto creativo è il suono adrenalinico nato nella Casasonica, un ex laboratorio cinematografico nella Torino dei portici del ’96 e che oggi approda al Valle in veste interamente acustica.
Certi che il connubio Subsonica/Teatro del 1727
sarà generatore di felici esperienze-cortocircuito,
vi ricordiamo che la CAPIENZA DEL TEATRO E’ LIMITATA A 600 POSTI.
Non ci sono prevendite, non si prenota,
si fa la FILA DEMOCRATICA
Ingresso a sottoscrizione libera e consapevole
 E buon concerto a tutti!

domenica 25 dicembre 2011

Domani


Domani immaginatemi qui ;-)
Terme, acqua calda e relax

Mantova

A volte si ha bisogno di una città per non sentirsi troppo soli coi propri pensieri
portarli in giro,
fargli prendere aria.



Mantova questo Natale
è di una eleganza dimessa e semplice;
luci nostalgiche
come scordate da un circo partito troppo in fretta,
o rimaste dopo una festa paesana di piazza,
sottolineano la bellezza della piazze e dei palazzi,
donano un'aria nostalgica, poetica e delicata.


I pensieri ci camminano volentieri,
mentre piano piano prende forma ciò che non è
e che invece avrebbe potuto essere.

giovedì 22 dicembre 2011

Metti una sera ...un viaggio

Metti una sera ...un viaggio

Metti una sera... un viaggio

Metti una sera ...un viaggio

Metti una sera.... un viaggio

metti una sera ....un viaggio

Metti una sera... un viaggio

Metti una sera
un viaggio

fra stelle che paiono dipinte

e fra dipinti che fanno immaginare l'infinito

Auguri

sfondi-natalizi

Auguri a tutti

domenica 18 dicembre 2011

Metti un Sabato a... Verona


Verona è la meta ideale,
in pre natalizo ancora meglio,
con la mostra dei presepi,
l'Arena illuminata,
alberi di natale e luci ovunque in città,
Bauli che sponsorizza decori e abeti,
un'atmosfera natalizia curata nei dettagli che ben si accompagna
alle vie medioevali,
ai negozi raffinati,
al via vai di turisti e non.
In Piazza dei Signori il mercatino di Natale di Norimberga,
con tanto tanto vin brulè,
bancarelle e mercatini un po' ovunque.
Osterie con buon vino
e un'atmosfera allegra che non si vedeva da un po'.
Uno shopping fatto anche di tanto guardare,
di desideri che rimarranno tali,
ma non importa,
insomma un Natale un po' retrò,
che mi ricorda i tempi di quando ero bambina.


Giostra cavalli natalizia in piazza BraVimmagine promozionale per il mercatino dei Sapori delle città gemellate

Vivere Vintage a Mantova

Fiere - VIVERE VINTAGE La fiera vintage di Mantova

venerdì 16 dicembre 2011

A Reggio il teatro ospita Michela Murgia

FINALMENTE DOMENICA CON AVE MARY 
Segnalo dal programma Domenicale dei Teatri di Reggio:
Domenica 18 dicembre alle ore 11 nella Sala degli Specchi del Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia per Finalmente domenica, "Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna", di Michela Murgia. Con l'autrice dialoga Laura Pazzaglia, attrice, che leggerà alcuni brani del libro.

Intervista con Silvio Oralndo - 2 parte

Lei è un attore molto caratterizzato e richiesto: cinema, teatro, registi del cinema italiano d’autore diversi fra loro (Moretti, Mazzacurati,..), contemporaneità e tradizione: come ci riesce?

“Non sono un attore particolarmente versatile. Non sono un attore di tipo virtuosistico a cui piace mostrare un'altra faccia. Sono comunque sempre io e parto sempre da me per i miei ruoli, tenendo sempre presente la storia che sto raccontando ed il personaggio che devo fare. Mi annoio molto facilmente di quello che sto facendo per cui tendo a cambiare spesso. Oggi nella pigrizia totale che c’è,  sembra più facile essere identificati con un ruolo, ma questa è una trappola in cui un attore non deve cadere se diventa prevedibile diventa noioso”
 
Le sue  radici?

“Le radici sono si parla di una cosa che non si vede mai. Credo che le radici non si debbano vedere, servono ad innervare l’azione, quello che sei. Sono lì e devono dare vita ma non le devi troppo mostrare. Anche quella è una grande trappola; per quanto mi riguarda le mie radici sono a Napoli città piena di segni precisi anche troppi, molto riconoscibili e molto amati, tanti grandi attori. Quella è un’altra scorciatoia che può essere fatale, ti metti lì e sei uno dei tanti”
 
Cosa pensa delle difficoltà del teatro in questo momento?

“Spesso quando si parla di teatro si parla solo di soldi, dei tagli. Quando si parla di quello tutti siamo d’accordo nella difesa di quel poco che ci dà da vivere . Spesso nasconde un malessere profondo che c’è in me e nei miei colleghi. Il modo di produrre il teatro in Italia protezionista ha fatto diventare il teatro una specie di club nel quale c’è una minoranza che lo sceglie e la maggioranza neppure si avvicina, non è neanche incuriosita.   il teatro deve riassumere la sua funzione civile e storica che si metta al centro del dibattito civile e culturale non può rinchiudersi dentro un ghetto per quanto interessante o colto. Quando si recita bisogna pensare agli spettatori che stanno in sala ma anche agli spettatori che stanno pagando una parte di biglietto a quelli che stanno in sala e stanno pagando anche a me: ma loro lo sanno? Attraverso un meccanismo di protezione, la differenza fra uno spettacolo di grande pregio, riuscito e uno spettacolo e uno spettacolo che è un flop è troppo poco. Spettacoli brutti e belli fanno la stessa vita: vanno negli stessi teatri, avranno davanti più o meno le stesso persone. Non siamo riusciti a creare uno spettatore consapevole di quello che va a vedere ed è la peggiore delle condanne per un attore. Un attore deve essere sicuro che chi lo sta vedendo lo scelto in qualche modo e sa cosa andrà a fare e cosa avrà davanti per poi poterlo sorprendere.
Le colonne portanti di uno stato civile sono due: la ridistribuzione del reddito e la ridistribuzione della cultura. La ridistribuzione del reddito perché è bruttissimo essere molto ricchi in una società dove ci sono tanti poveri però e questo ci riguarda da vicino è anche orrendo essere molto colti in una società di ignoranti quindi chi è molto colto non deve usare questo come forma di potere o di distacco ma sentirsi in obbligo di ridistribuire.”


Che cos’è per lei il teatro?

“Ho fatto questo spettacolo autoproducendolo, ho fatto la regia e l’adattamento senza tante mediazioni e senza delegare tanto, più si delega più perdi qualcosa di te e allora mi sono autoprodotto  è una forma di “Hobby” necessario ritengo che col teatro non si debba guadagnare tanto, ma il giusto o anche niente, si deve avere un’ottica mercantile in altri settori ma nel teatro no. Bisogna farlo perché c’è un’esigenza forte, non per abitudine.”