lunedì 30 gennaio 2012

Viaggio al termine della notte a Correggio

VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE

da
Louis-Ferdinand Céline
di e con
Elio Germano, Theo Teardo
musiche
Theo Teardo
violoncello
Martina Bertoni

al Teatro Asioli di Correggio il 5 Febbraio




La disperazione grottesca del capolavoro di scrittura di Céline trova nuove possibilità espressive nella combinazione di voce, archi, chitarra ed elettronica, restituendone una partitura inedita. Una fusione di sonorità cameristiche che guardano ad un futuro tecnologico nel quale le immagini evocate dai frammenti di testo interpretati da Germano (in parte in italiano e in parte in francese) si
inseriscono nelle atmosfere cinematiche di Teardo in un succedersi di eventi sonori e verbali dove la voce esce dalla sua dimensione tradizionale fino a divenire suono.




teatro Valle Occupato - Elio Germano & Teho Teardo 2 ( viaggio al termin...

Viaggio al termine della notte - Teatro Arena del Sole

Ascanio Celestini in DVD

Da venerdì 27 gennaio in edicola con la Repubblica e L’Espresso una collana inedita di 10 DVD con le opere teatrali e televisive di Ascanio.

Prima uscita SCEMO DI GUERRA.

"Mio padre raccontava una storia di guerra. Una storia di quando lui era ragazzino. L’ho sentita raccontare per trent’anni. È la storia del 4 giugno del 1944, il giorno della Liberazione di Roma. Da questa storia nasce SCEMO DI GUERRA. Alcuni fatti sono veramente accaduti a mio pardre e certe cose me le sono inventate io o le ho prese da altri racconti di altre guerre che mi è capitato di ascoltare.
Adesso credo che questa sua storia per me sia diventata il modo per mantenere un duplice legame sentimentale: quello politico con la mia città e quello umano con mio padre"
Opera composta da 10 uscite, una a settimana. Prezzo di ogni uscita 9,90 euro in più.

domenica 29 gennaio 2012

Tiziano Ghidorsi: mostra a Correggio


(foto di Tiziano Ghidorsi)


L’inaugurazione della mostra “Altra Scena” del fotografo Tiziano Ghidorsi sabato 28 Gennaio al Teatro Asioli di Correggio è stata una vera e propria festa, con tanto pubblico ed autorità presenti.
Le fotografie sfilano lungo le pareti del ridotto, quasi un controcanto agli affreschi delle sale. Sul lungo tavolo in legno, al centro della sala, altre immagini da toccare, scorrere, che passano di mano in mano fra sguardi attenti, curiosi e tanto parlare di passioni: fotografia, teatro, musica, danza.
Sono fotografie che evocano un mondo. Ogni immagine, magica ed evanescente, richiama storie e narrazioni, comunica ed emoziona: in silenzio spiega molto di ciò che è il teatro.
La mostra è un vero e proprio regalo agli assidui frequentatori del Teatro Asioli in occasione dei dieci anni di ripresa delle attività dopo l’interruzione causata dal terremoto del 1996 e dai successivi lavori di restauro. Raccoglie immagini delle tre ultime stagioni del teatro: è bello ripercorrerle, spettacolo dopo spettacolo. Ogni fotografia è un punto di partenza di un viaggio della memoria. Piccole magie che riescono bene alle immagini romantiche e ricche di suggestioni di Tiziano Ghidorsi. Un percorso poetico e intimo: luci e ombre, un’attenzione forte alle forme, alla plasticità dei corpi, ma anche tanta poesia, all’essere umano dietro alla maschera, dietro all’attore.
Fotografie che assumono senso,  valore artistico e bellezza autonomi e diventano esse stesse arte.
 

Chiediamo a Ghidorsi di spiegarci la magia di questo lavoro fatto in punta di piedi, sempre nascosto e invisibile negli angoli più sconosciuti dell’Asioli:

Cosa la appassiona maggiormente della fotografia di scena?
”Ritengo che l’essenza della fotografia di Teatro sia riuscire a cogliere attimi, sfumature, atteggiamenti che il pubblico non riesce sempre a percepire durante lo spettacolo perché affascinato dall'evento, dalle musiche, dall'intensità dei dialoghi, dalla drammaticità della scena. Credo e vorrei far percepire che dall'Arte dello spettacolo si può ricavare altra Arte, fissandola in uno scatto fotografico. Poi sta a me riuscire a trasmettere l'intensità dello spettacolo con le mie fotografie, mostrare agli altri le sensazioni che mi ha provocato. Trovate nella mostra molte fotografie in bianco e nero: questa tecnica credo possa rafforzare la drammaticità della scena.
La fotografia di reportage è molto simile alla fotografia di spettacolo, tutte e due necessitano di colpo d'occhio e di velocità nell'esecuzione perché una frazione di secondo prima o dopo sarebbe o troppo presto o troppo tardi. Del resto ritengo che la strada sia una scena continua però di vita.”

Quali sono  invece le difficoltà ?
”La fotografia di spettacolo presenta molte difficoltà dal punto di vista tecnico: la prima, la più evidente, è la mancanza di luce, la seconda è non potersi muovere liberamente, la terza cogliere l'attimo esatto e quindi occorre una buona dose di intuito supportata da una buona preparazione sullo spettacolo che stai fotografando.”

La mostra rimarrà aperta fino al 31 Marzo e  si può visitare sabato e  domenica pomeriggio - dalle 16 alle 19 - e nei giorni di spettacolo.

Riflessioni

E sono davvero curiosa di vedere come il racconto teatrale riuscirà a trasmettere la scrittura barocca, ricercata e arcaicizzante di Bufalino. Come la sicilianità di Pirrotta abbia fatto da tred union fra pagina stampata e palco scenico. Son curiosa di chiedere come è avvenuto l'incontro, l'idea , il progetto fra Pirrotta ('71) e Lo Cascio ('67) .
Bello il trailer come al cinema.

Diceria dell'untore. Il trailer

Luigi Lo Cascio nella "Diceria dell'untore" (Riprese By Filli)

Diceria dell'untore

Diceria dell'untore

A Correggio "Diceria dell'untore"

Un Vincenzo Perrotta fresco di Premio Ubu sul palco del Teatro Asioli a Correggio e tanta curiosità di vederlo in azione.

DICERIA DELL'UNTORE
regia Vincenzo Perrotta con Luigi Lo Cascio
ven 3 - sab 4 febbraio 2012
VENERDI’ 3 - SABATO 4 FEBBRAIO 2012
ore 21

DICERIA DELL’UNTORE
dal romanzo di Gesualdo Bufalino
adattamento teatrale e regia Vincenzo Pirrotta
con Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta 
e con Vitalba Andrea, Giovanni Argante, Lucia Cammalleri, Andrea Gambadoro, Nancy Lombardo, Luca Mauceri, Plinio Milazzo, Marcello Montalto,
Salvatore Ragusa, Alessandro Romano
musicistiMario Gatto, Salvatore Lupo, Michele Marsella, Giovanni Parrinello
Teatro Stabile di Catania
La Sicilia, o meglio le “cento Sicilie”, di Gesualdo Bufalino, il suo narrare onirico, diventano teatro puntando su due prestigiose personalità artistiche: Vincenzo Pirrotta, che firma adattamento teatrale e regia e ritagliando per sé il ruolo del “Gran Magro”, e il protagonista Luigi Lo Cascio (Colui che dice Io, l’io narrante). La creazione lirica e barocca di Bufalino rivive in questa originale rilettura che innesta e imprime, nella trama scenica, le orme di forti tensioni drammatiche.

mercoledì 25 gennaio 2012

Bregovic a Sassuolo feb

CHAMPAGNE FOR GYPSIES - BREGOVIC

Goran Bregovic and The Wedding & Funeral Band in concerto

Il 17 febbraio 2012 ore 21:00 al Teatro Carcani a Sassuolo

 

Champagne for Gypsies è il titolo del nuovo disco di Goran Bregovic  e rappresenta la seconda parte del progetto Alkohol.

Champagne for Gypsies prevederà numerosissime collaborazioni tra Goran Bregovic ed altri noti musicisti internazionali per la maggior parte di origine gitana.

Tra i tanti, il duetto con il famosissimo ensemble musicale zingaro The Gipsy Kings, che costituirà il singolo di lancio dell’album dal titolo ''Balkaneros''.

Si aggiungono inoltre collaborazioni con Florin Salem, il popolare musicista manele dalla Romania, e altri ancora in via di definizione

Teatro Valli : Marcorè in "Eretici e corsari"


ERETICI E CORSARI

dall'opera di Giorgio Gaber, Sandro Luporini e Pier Paolo Pasolini
con Neri Marcorè e Claudio Gioè
regia Giorgio Gallione

TEATRO VALLI
Venerdì 3, sabato 4 febbraio ore 20.30
domenica 5 febbraio ore 15,30


dall’opera di Giorgio Gaber, Sandro Luporini e Pier Paolo Pasolini
regia e drammaturgia Giorgio Gallione
con Claudio Gioè e Neri Marcorè musiche dal vivo Gnu Quartet (Francesca Rapetti, Stefano Cabrera, Raffaele Rebaudengo, Roberto Izzo)
in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber
produzione Teatro dell’Archivolto

A metà degli anni ’70 Pier Paolo Pasolini scrive e pubblica Scritti corsari, una raccolta di articoli e riflessioni sulla trasformazione dell’Italia di quegli anni. In una intervista Gaber commenta “sviluppo senza progresso… mi sembra la sintesi più appropriata della nostra epoca”.
Pasolini racconta un sistema che sta attuando un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità, che fonda il proprio potere su una ipnotica promessa di comodità e benessere, ma che in realtà sta trasformando il cittadino in un “uomo che solo consuma”; sottolinea altresì le eccezioni, le resistenze, le sopravvivenze, ma in sostanza tende a radiografare impietosamente il proprio tempo, esasperando talvolta l’analisi per chiedere almeno una reazione, per provocare una sorta di “captatio malevolentiae” da cui far nascere un dibattito non ipocrita.
In quegli stessi anni Gaber e Luporini non solo si muovono su una lunghezza d’onda analoga ma si nutrono e spesso condividono molte delle intuizioni pasoliniane, che trasformate e personalizzate, entrano in filigrana nei testi del teatro gaberiano.
Monologhi e canzoni, portate in scena da Neri Marcorè e Claudio Gioè, come L’appartenenza, Gli oggetti, Il grido, La festa, Il cancro, Qualcuno era comunista svelano palesemente questa vicinanza, questo modo disincantato e spesso amaro di guardare il mondo, la società e il proprio paese.
Eretici e corsari è uno spettacolo che si alimenta di questi materiali: monologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali “non organici”, che non temono di compromettersi
e di risultare anche scomodi, poeti d’opposizione, diversi nella libertà, che con lucida preveggenza ci svelano che “il futuro è già finito” e che sarebbe ora di tornare a privilegiare il “crescere” rispetto al “consumare”.

Cederna a Cadelbosco

MARTEDI' 07 FEBBRAIO - ORE 21.00

IL GRANDE VIAGGIO

di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini

Strana cronaca di un viaggio. E di altre storie, tutte che portano in India, sull’Himalaya, alle sorgenti del Gange, il fiume sacro della cultura indiana. Il Grande Viaggio è una storia, un racconto in cui si fondono lo stupore del cammino dentro una natura che ancora si manifesta come ignota e miracolosa, gli incontri straordinari, la riconquista...

lunedì 23 gennaio 2012

Marco Baliani in TERRA PROMESSA.Briganti e migranti.

Poteva mancara l'icona pop?

Arte alle terme

Arte alle terme? possibile?

25. Piscine Termali San Petronio (Via Irnerio, 12/A)

Il centro termale  sarà luogo dell'arte dedicata alle terme, con opere originali di Lorenzo Mattotti e Sandro Natalini.
27 > 30 gennaio 2012

Durante Art White Night apertura straordinaria gratuita delle terme ore 20-24: piscine termali, percorso vascolare, sauna e bagno turco.
Info e regolamento d’accesso: http://www.maretermalebolognese.it/





Incontro con Luigi Ontani


A cura di Renato Barilli.
Venerdi 27 gennaio ore 21,00 in Sala Borsa, Piazza Nettuno 3, Bologna.
Promosso dal Dipartimento delle Arti Visive dell'Università di Bologna e UniboCultura.
In collaborazione con Arte Fiera Art First 2012 e Comune di Bologna.

Bologna festeggia l'arte contemporanea

Art White Night

Art White Night
Sabato 28 gennaio, la notte si illumina e l'arte contemporanea invade il centro storico di Bologna con la notte bianca di Arte Fiera. Una serata straordinaria grazie all'apertura gratuita fino mezzanotte delle installazioni del Bologna Art First, dei musei, delle mostre, delle gallerie d'arte, negozi, a cui si aggiungono eventi, iniziative, videoproiezioni e party presenti un po' ovunque in città. Scegliere cosa vedere sarà difficile.

Il mega programma segue a brevissimo!

domenica 22 gennaio 2012

Art First a Bologna

Bologna Art First
A bordo del Cuore d'Oro, è il titolo di questa 7ª edizione del Bologna Art First, curata da Julia Draganovic, e visitabile dal 27 Gennaio al 26 Febbraio 2012. All'inizio del secondo decennio di questo nuovo millennio ci sentiamo di nuovo vicino all'implosione, stavolta però non è la minaccia delle armi nucleari, ma quella del mercato finanziario mondiale. Con A Bordo del Cuore d'Oro, titolo preso in prestito dal nome dell'astronave sulla quale il protagonista di Douglas Adams viaggiava per la Galassia, Bologna Art First invita ad un viaggio che porta lontano dalle preoccupazioni economiche. Camminando per il centro storico di Bologna si scoprono 10 posizioni artistiche serie ed ironiche, che provocano a volte delle riflessioni critiche, altre volte  stimolano un sorriso. Lo scopo di questo percorso eterogeno ed ecclettico non è di far dimenticare le crisi, ma di prendere una distanza sdrammatizzante per farsi stimolare a riflessioni non scontate.
Un progetto di Arte Fiera Art First in collaborazione con la Città di Bologna
Le opere sono visitabili nei giorni e negli orari d’apertura dei singoli luoghi.
Sabato 28 gennaio 2012 apertura straordinaria dalle 18.00 alle 24.00 in occasione di Art White Night, la Notte Bianca di Arte Fiera.

Paolo Poli - conversazione 3


Si parla poi di teatro “Roland Barthes  dice che gli attori sono di due qualità: una che si adatta al personaggio, invece ci sono attori che tirano il personaggio a sé. Io sono di quella razza lì. La gente lo sa benissimo: sul palco parlo col pubblico, non sono un personaggio e così mi posso permettere di usare le scenografie all’antica italiana, alla burattina. I personaggi con Pirandello sono andati in cerca d’autore, non ci sono più  rimangono dei parametri antichi”. 
Il teatro di Poli ha un legame strettissimo con la letteratura: spiega “la vita di un uomo, l’esperienza diretta non può bastare a nessuno, invece la letteratura ti allarga le prospettive e gli orizzonti. Ho avuto la superbia e la modestia di rivolgermi sempre a qualche libro o autore per i miei spettacoli. In Italia non c’è il teatro, non esiste, abbiamo la Mandragola di Macchiavelli proprio perché lui era un genio che non capiva nulla per sé ma capiva tutto per gli altri. Dopo si salta a Goldoni che, essendo di Venezia, era più vicino a Vienna che a Roma. L’Italia non ha mai avuto la fisionomia politica che serve al teatro: quando, nel Rinascimento si sono formate Francia, Spagna e Inghilterra hanno avuto Moliere, Calderon e Shakespeare. Noi niente”. E la commedia dell’arte? “  è arte povera, se non c’era Strehler che faceva Arlecchino e se non c’era Ferruccio a far le capriole te le raccomando! Si salta poi a Pirandello. Noi abbiamo i poeti non abbiamo gli autori di teatro, però mi tengo il mio Gozzano e lo preferisco ad Arthur Miller. 
Il teatro è cambiatissimo: quando ho iniziato in scena c’erano 4 persone che parlavano continuamente. Ora la parola ha perduto potere, la gente ormai vuole più circense e non legge più nessuno.”

giovedì 19 gennaio 2012

Paolo Poli - conversazione 2


"Quest’anno mi sono rivolto alla letteratura di Anna Maria Ortese per il testo del mio spettacolo "Il mare". Ho sempre apprezzato le donne scrittrici; da giovinetto ho conosciuto Sibilla Alleramo, donna di grande sincerità;  tutte le curiosità della persona viva la letteratura non può darla e Sibilla era spiritosissima. Dopo ho conosciuto la Ginzburg. Rimasi colpito dal libricino “Le piccole virtù” che lei da ebrea diceva noi ai nostri figli si insegnan solo le piccole virtù, il risparmio, la prudenza mentre bisognerebbe insegnare l’amore la generosità. Io mi commossi e le telefonai vorrei fare in teatro il suo libro e lei rispose che non le interessava, poi invece per  Adriana Asti scrisse “Ti ho sposato per allegria.”
Camilla Cederna che ha tenuto testa ai presidenti della Repubblica, ha perso, ha pagato ogni cosa, di tutte ne ha fatte, però era spiritosa; Aspesi, la mia prima amica milanese, donne con la penna in mano, fino a Laura Betti che ho conosciuto a Roma, generosa e innamorata di Pasolini.
 
Della Ortese mi è piaciuta la stranezza. Volutamente ha scritto in maniera curiosa con un occhio a Joyce e l’altro a Kafka. Io non potevo usare i romanzi, troppo complicati, ho preso le novelle da lei pubblicate su varie testate durante gli anni ‘30 e a seguire. Ora postuma è uscita un’antologia, “Angelici dolori” di Adelphi, da lì ne ho prese undici. Una l’ho presa da “Il mare non bagna Napoli”. E’ la storia di una bambina miope che vede il mondo bello, quando si mette gli occhiali vede la realtà, l’orrore e la meraviglia di Napoli e l’ho messo in fondo perché mi pareva uno dei più belli.
Di questi 12 racconti sei sono a monologo perché raccontano l’esperienza diretta della scrittrice. Lei non ha mai fatto studi regolari, ha fatto da sé arrabattandosi ma è così che si fa. Abbacinata dal vedere la sua scrittura pubblicata si è messa a scrivere: aveva fatto solo le scuole elementari. 
Altri sei racconti li ho sceneggiati a personaggi e entro a fare delle comparse. Invece di parlare dei periodi storici ho infilato le canzonette, come sempre faccio, perché l’Italia è la terra di Giuseppe Verdi e l’unica unità italiana l’abbiamo avuta nell’Opera, che è stata la nostra trovata. Inoltre la parola ha perduto molto del suo impatto, il pubblico segue meglio le canzonette.”

martedì 17 gennaio 2012

Incontro con Paolo Poli 1

 Paolo Poli, 80 anni
Incontro Paolo Poli  non per  un’intervista – “Odio le interviste” anticipa a inizio dell’incontro – ma una conversazione, più congeniale al suo essere intrattenitore. Elegantissimo, con papillon e un completo antracite, comincia a raccontare col suo accento toscano; parla poco di sé, ma moltissimo del mondo di intellettuali, artisti, registi, attori. Dai suoi racconti emergono le figure più importanti di cultura, letteratura, cinema, teatro in Italia:  Pasolini, Parise, Fellini, Visconti, Ungaretti, Bene. ma anche tante tantissime donne, giornaliste e attrici, perché come spiega “la  mia effeminatezza mi ha permesso di apprezzare a pieno le donne”. La conversazione diventa un prezioso monologo, memorie e ricordi che spaziano, in cui include come cammei preziose citazioni letterarie, frammenti di poesie.
Uno spettacolo ad personam: in questi casi mi sento molto fortunata!

A Correggio le fotografie di Tiziano Ghidorsi

ALTRA SCENA
fotografie di TIZIANO GHIDORSI
dall'archivio del Teatro Asioli in Correggio
mostra fotografica con il patrocinio di
Teatro Asioli Correggio
Comune di Correggio
ERT Emilia Romagna Teatri
Associazione Culturale Fotografi per lo Spettacolo
dal 28 gennaio al 31 marzo 2012
inaugurazione 28 gennaio ore 18 : siamo tutti invitati!!!!!!!!!!1






lunedì 16 gennaio 2012

Il teatro varietà di Paolo Poli



Si aprono le scene al Teatro Asioli a Corregggio,  fra scintillii e  mise eleganti e impensabili, Paolo Poli porta in scena “Il mare”, tratto dai racconti di Anna Maria Ortese. Un varietà di costumi, canzonette e ironia fa da cornice a dodici racconti trasformati e interpretati da Poli in quadri recitati, sei monologhi e sei scene di teatro a personaggi. Lo spettacolo evoca un passato nostalgico, mostrandone le suggestioni ma anche tutte le piccolezze, come se non fosse mai stato migliore, ma intriso delle stesse falsità e piccolezze del presente. Poli è abilissimo a far emergere, sotto la patina della poesia di piccole cose dei testi della Ortese, la fitta rete di invidie, cattiverie, miserie del quotidiano. In bilico fra varietà e teatro, Poli accompagna lo spettatore in una scorribanda dagli anni ’30 agli anni ’70, con canzonette ad alta ironia, i sorprendenti costumi di Santuzza Calì, le scenografie di Emanuele Luzzati; porta in scena un Italietta dal retrogusto amaro fra colore, ironia e una vena di trasgressione. Sul palco c’è spazio per le apparenze da salvare, il mito dell’america, le speranze, le invidie, le paure, la mediocrità ma anche per tante contrapposizioni: egoismo e generosità, illusioni e disillusioni, nostalgia e irrisione. Paolo Poli passa con naturalezza a ruoli e voci maschili e femminili, giocando con abiti e mise, con testo e pubblico, mescolando con eleganza cultura alta e popolare. Con lui sul palco i Boys (o le girls?) en travestì della compagnia Sorrisi e Veleni. Conclude lo spettacolo forse il più famoso racconto della Ortese -“Gli occhiali” - in cui una bambina “quasi cecata” immagina un mondo bellissimo, per poi rimanere sconvolta – all’arrivo degli occhiali – dalla miseria da cui è circondata, parabola della difficoltà e del dolore di fare i conti con la realtà che ci circonda, il filo rosso dello spettacolo.
Dopo il finale, vie le parrucche per una scoppiettante aggiunta di poesie a doppio senso. 

venerdì 13 gennaio 2012

A Bologna la rassegna cinevino

Serate di Cinevino. A cura del cinesommelier Jonathan Nossiter

dal 19 gennaio al 4 febbraio
 
Al cinema Lumiere a Bologna:
Accompagnati da Jonathan Nossiter, grande sommelier e autore di Mondovino, proponiamo dieci serate (per tre consecutivi weekend tra gennaio e febbraio) a base di cinema e buon vino: dieci cineasti radicali e impertinenti (da Scola a Monteiro, da Fassbinder a Sturges, da Baldi a Pereira dos Santos) associati ad altrettanti viticoltori ugualmente radicali, innovatori e liberi che porteranno i loro prodotti, per riflettere, godendo insieme di un grande film e di un grande vino, sul futuro che vorremmo.
Prevendita dei biglietti per le singole serate partire da sabato 14 mattina durante Il Mercato della Terra (ore 9-14) e, in seguito, alla cassa del Lumière negli orari di apertura della sala.

mercoledì 11 gennaio 2012

Arriva Paolo Poli, porta Il mare a Correggio

 
consulenza musicale Jacqueline Perrotin
coreografie Claudia Lawrence

La stagione di prosa del Teatro Asioli di Correggio riprende venerdì 13 e sabato 14 gennaio (ore 21) con Il mare, spettacolo in due tempi di e con Paolo Poli tratto dai racconti di Anna Maria Ortese.
I racconti di Anna Maria Ortese - composti nel lungo arco di tempo che va dagli anni trenta ai settanta, affiancando la produzione dei grandi romanzi - riflettono sorprendentemente la complessa personalità dell’autrice. Storie quasi senza storia che dipingono una realtà tragica come attraverso un sogno. Spesso sono stati paragonati al fantastico viaggio dantesco nell'aldilà. Ad una rilettura odierna sembrano piuttosto rievocare la teatrale tenerezza del Tasso o la cinematografica leggerezza dell'Ariosto. Gli avvenimenti narrati sono visti attraverso il ricordo struggente: l'infanzia infelice, ma luminosa, l'adolescenza insicura, ma traboccante, l'amore sfiorato, ma mai posseduto; ci restituiscono figure e figurine di una italietta arrancante nella storia.
Lo stesso Paolo Poli dice di Anna Maria Ortese che è “una scrittrice considerata triste e lagnosa, invece nei suoi lavori c’è una grande ironia che mi affascina. Quello della Ortese è un humor pazzesco, nascosto, sottile. Ho sempre amato la Ortese, una delle poche scrittrici che nel secolo scorso riuscì ad imporre la sua arte in un campo tutto maschile come era la nostra letteratura di quel momento”.
Sono 50 anni che Poli mette in scena grandi autori della letteratura di ogni tempo: da Apuleio a Gozzano, fino ad arrivare a Goffredo Parise con il recente spettacolo “Sillabari”. ”La letteratura – dichiara Poli - mi è confortevole, perché grazie a essa posso dimenticare la mia figura borghese. In Il mare, però, un ruolo importante lo ha anche la musica: i racconti che recito sono stati scritti tra gli anni 30 e 70 e per far capire al pubblico in quale epoca storica si trova a ogni cambio di personaggio, faccio ascoltare delle canzonette, che altro non sono se non sciatta letteratura. Ma mischiare l’alto con il basso mi è sempre piaciuto.”
Paolo Poli ha 81 anni ma si comporta come se ne avesse 20: per la vitalità, la versatilità, la curiosità, la voglia di giocare con il suo pubblico, quello che lo segue fedelmente da anni e quello nuovo, che lo ha incontrato magari da poco ed ha imparato ad apprezzarne l’indubitabile originalità e la capacità di destreggiarsi fra un'ironia contagiosa e beffarda e un'assoluta mancanza di narcisismo, fra la lucidità di un impagabile sguardo d'insieme e la voglia di rompere le uova nel paniere a chi cerca di mimetizzarsi.
Poli non è buono, è tremendo, non ne fa passare una, per questo ha saputo raccontarci per tanti anni con uno spiazzante, invidiabile humour i moltissimi vizi e le scarsissime virtù di un'Italietta permissiva nella moralità (ovviamente per sé) ma durissima nella conservazione dei propri privilegi. Lo fa anche in Il mare, una cavalcata fra canzoni, balletti, assolo, prese in giro, giochi di parole, doppi e tripli sensi che - con l'aiuto dei suoi quattro boys che si trasformano assai spesso in girls - coprono quarant'anni della storia del nostro Paese con storie di piccola gente che insegue l'amore, il lavoro, che cerca un modo mai violento per cercare di rendere meno dura la vita dura che gli è toccata in sorte. La personale "via" di Poli per dire la sua sui 150 anni di vita dell'Unità d'Italia, di cui assume addirittura le fattezze, sia pure prendendone solo uno spicchio, è fatta di battute fulminanti, gesti inequivocabili e altrettanto inequivocabili ammicchi, ma senza mai perdere di vista quel divertimento leggero, quell'umanità indulgente che sta da sempre alla base del suo stile. Cambiando come Fregoli abiti, parrucche, cappelli e addirittura sesso, con un teatro en travesti mai baraccone, ma di grande finezza e intelligenza, Poli riempie i suoi personaggi, quasi sempre femminili, di un'umanità stralunata e inquietante, di una delicata comprensione, senza identificarsi in loro, anzi osservandoli dal di fuori per meglio riprodurli.
Dentro le scene multicolori firmate da Emanuele Luzzati anni fa e che accompagnano da tempo gli spettacoli dell'artista fiorentino, piccoli mondi di cartapesta in cui si evidenziano i costumi di Santuzza Calì, Poli ci rappresenta un quotidiano difficile da accettare, con uno sguardo mai corrivo, inquietante e sorridente allo stesso tempo, che esalta quel suo modo originale di fare spettacolo di cui è protagonista da sessant'anni.

lunedì 9 gennaio 2012

"Tradimenti" a Guastalla al Teatro Ruggeri

Al Teatro  Ruggeri di Guastalla riapre la stagione con lo spettacolo TRADIMENTI
 TEATRO RUGGERO RUGGERI: TRADIMENTI
MARTEDI’ 31 GENNAIO 2012 ORE 20.30
TRADIMENTI

di Harold Pinter

con Nicoletta Braschi, Enrico Ianniello, Tony Laudadio e Nicola Marchitiello

regia Andrea Renzi

Tradimenti (Betrayal), commedia che Harold Pinter scrisse nel 1978, è stata celebrata fin dagli esordi come uno dei maggiori testi del premio Nobel inglese. La pièce parte dall’appuntamento tra due ex amanti che, anni dopo la fine del loro affaire, si incontrano in un pub. In nove, rapide scene si riavvolge il nastro della storia clandestina dei due, fino al bacio che sigla l’inizio della relazione tra Emma, sposata con Robert, e  Jerry, miglior amico dell’uomo. Tra viaggi all’estero e riferimenti al mondo sofisticato in cui si muovono i protagonisti, Tradimenti mette in scena personaggi poco amabili e profondamente egotici, le cui parole vengono smentite dai fatti, scena dopo scena, in un brutale viaggio nel tempo  partendo dai ricordi. Jerry ed Emma si amano, e il loro amore fluttua in un labirinto di bugie, che avvolge ogni cosa e semina menzogna ovunque: Emma tradisce il marito, Jerry tradisce il miglior amico e la propria moglie Judith, ma anche Robert ha tradito Emma con altre donne. E c’è quasi una prospettiva interna al testo che riguarda il tradimento: Jerry, agente letterario, e Robert, editore, sono figure di successo, ma Pinter insinua che le loro carriere siano la mistificazione delle loro aspettative di un tempo. La civile accettazione dei rispettivi tradimenti permea di una soffocante amarezza l’intera vicenda, insinuando nello spettatore il dubbio sottile che tutti e tre i protagonisti siano complici nelle loro menzogne. Tradimenti è anche la storia del rapporto durato sette anni tra Harold Pinter e la giornalista televisiva Joan Bakewell, una relazione consumata dall’ombra dei matrimoni di entrambi, resa pubblica sulla scena da questa commedia.

Teatro Herberia "Giocando col mondo" in anteprima

Giocando col mondo
Teatro Herberia
martedì 31 gennaio 2012, ore 21

Giocando col mondo

di Pier Francesco Loche e Luca Bandirali
con Pierfrancesco Loche
e con Danilo Cherni - tastiere,
Maurizio Ruzzuto - percussioni e programmazioni elettroniche,
Diego Glikman - live video performer

anteprima
Sul filo della memoria e con il tipico senso di superiorità di chi vive all’estero, un blogger italiano scrive il suo diario quotidiano, senza risparmiare ai lontani compatrioti lazzi e frecciate velenose.
Spettacolo scritto dall’attore e musicista Pier Francesco Loche con Luca Bandirali. Si tratta di un monologo satiricomusicale sperimentale proposto con Danilo Cherni tasiere, Maurizio Rizzuto percussioni, programmazioni elettroniche e Diego Glikman elaborazione immagini, gli stessi artisti che oltre alla loro prestigiosa e varia attività svolta singolarmente collaborano anche agli spettacoli e ai film di Sabina Guzzanti.

Canto per te che mi vieni a sentire
Suono per te che non mi vuoi capire
Rido per te che non sai sognare
Suono per te che non mi vuoi capire
(area)

sabato 7 gennaio 2012

A Cadelbosco Battiston e Testa

Al Teatro di Cadelbosco per il programma Altroteatro, il nuovo lavoro della coppia Giuseppe Battiston - Gianmaria Testa : da vedeere
ITALY
Sacro all' Italia raminga

Giuseppe Battiston legge ITALY di Giovanni Pascoli
musica di Gianmaria Testa (voce e chitarre)
Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa tornano di nuovo insieme in palcoscenico, dopo i successi di “18 mila giorni – Il Pitone”, a raccontare di Italia e delle migrazioni nostre del secolo scorso. Lo fanno attraverso la poesia e le parole di Giovanni Pascoli, ma anche attraverso la musica e le canzoni dello stesso Gianmaria Testa che al tema delle migrazioni contemporanee ha dedicato un intero album, “Da questa parte del mare”.
Italy” è un poema scritto da Pascoli nel 1904, composto da due canti per un totale di 450 versi. Ispirato ad una vicenda realmente accaduta ad un amico del poeta, ha come sottotitolo "Sacro all' Italia raminga", e narra le vicende di una famiglia di emigranti. Protagoniste della vicenda sono una bimba nata oltreoceano (in America) portata in Italia, a Caprona, dagli zii per curare la tisi, e sua nonna che la accudisce.
Vicenda personale a parte, Pascoli racconta in realtà le condizioni di un’Italia lontana nella storia e nella memoria; un’Italia che sotto la morsa della povertà lascia andare i suoi figli per il mondo in cerca di più fortuna; un’Italia che si lascia abbandonare perché incapace di accudire tutti i suoi figli: li manda lontano a edificare un nuovo mondo a confrontarsi con una società che non li vuole e che li vede stranieri in ogni luogo “orfani del mondo”. Un’Italia personificata, che si arrabbia, piange, si dispera e talvolta riesce a provare pena.
Pascoli ci parla di un ritorno. Gli emigrati confondono la loro lingua d’origine e non sanno più esprimersi, se non in dialetto, ma americanizzato, che rende difficile la comunicazione , che pone distanze e che acuisce questo senso di emarginazione; i ricordi del loro piccolo paese vengono sostituiti da nuovi ricordi, più grandi!: l’America, una enorme macchina che li accoglie nel suo ingranaggio, dove ognuno ha una possibilità.
Di un arrivo. La piccola Molly, a tutti gli effetti americana, appena sbarca diventa Maria, non conosce la lingua, non conosce i luoghi, e a differenza degli altri, per cui il tornare ha il sapore della malinconia, per Molly questo arrivo è fatto di cose tristi, nere, che fanno paura.
Dell’attesa di chi è rimasto. Di quest’attesa ferma nel tempo e nel ricordo; Immersa in una vita fatta di fatiche, di dolore, una vita passata a strappare alla propria terra un po’ di vita; che è testimone consapevole e rassegnata, che ha tanto pianto “pianto poi di nascosto, per non far più mesti/ i figli che … diceano addio , col canto” .
Di un conflitto, seppure inconsapevole, che emerge dall’incontro di due generazioni, nazionalità, lingue… che genera sempre il malinteso. Molly e la nonna all’inizio non riescono a comunicare, Molly parla solo con la sua bambola, non capisce gli usi, le abitudini di questo mondo sconosciuto. Per la nonna il suo parlare è simile al cinguettio degli uccelli… piano piano attraverso i gesti, gli sguardi e le poche parole condivise, riescono a costruire un loro linguaggio, un rapporto affettivo e un piccolo bagaglio di ricordi comuni.
E infine di una nuova partenza, ricca di promesse. Molly finalmente guarita dalla malattia deve tornare in America. Sente il peso di questo imperativo perché quest’Italia dapprima così “bad”, così inospitale diviene il luogo di nuovi ricordi, di nuovi affetti, il nonno e i visi cortesi incontrati per le strade di Caprona, e affetti perduti, poiché la nonna ammalatasi muore, diviene “sweet”, e tutti i ricordi e gli affetti divengono radici, radici di una terra sì amara e crudele, che però come una madre è capace di riaccogliere e abbracciare i suoi figli. Molly partirà, tornerà nel suo paese la “Merica”, ma con la promessa, la speranza, di poter tornare ancora in questo suo nuovo paese tanto lontano: [ “ tornerai Molly?” Rispondeva: - Sì!-]


Nella ricerca del materiale Pascoliano -dice Giuseppe Battiston- mi sono imbattuto in una serie di fotografie e di queste una mi ha colpito in modo particolare la foto di un barcone carico all’inverosimile. Di italiani.
L’analogia con i tempi che viviamo, con la nostra Storia contemporanea, che sarà “futura Storia e Memoria” è il motivo per cui ho scelto di proporre questo poema. Vorrei che l’Italia, gli italiani avessero rispetto per la propria Memoria e ne facessero un patrimonio”.
Giuseppe Battiston

giovedì 5 gennaio 2012

Rubiera : quando musica e teatro si incontrano

Sala d’aspetto
Teatro Herberia
giovedì 26 gennaio 2012, ore 21

Sala d’aspetto

storie e musiche di viaggiatori di terza classe
Giovedì 26 e venerdì 27 gennaio 2012, ore 21

testo di Bruno Cappagli e Anna Sacchetti
regia di Valeria Frabetti e Bruno Cappagli
con i Modena City Ramblers: Davide Morandi (voce), Massimo Ghiacci (basso), Franco D’Aniello (flauto), Roberto Zeno (batteria e percussioni), Francesco Moneti (violino e chitarra elettrica), Leonardo Sgavetti (fisarmonica e tastiere), Luciano Gaetani (bouzouki e banjo), Luca Serio Bertolini (chitarra acustica)
e Bruno Cappagli (La Baracca - Testoni Ragazzi)
produzione La Baracca – Testoni Ragazzi & Modena City Ramblers
Un viaggio che inizia e finisce nella sala d’aspetto di una piccola stazione di provincia, senza mai veramente spostarsi da lì. Come treni che passano, le storie raccontate dai protagonisti - viaggiatori di una terza classe che non c’è più - sostano brevemente, a volte transitano concedendosi solo un saluto dal finestrino. Sono storie vissute o immaginate, racconti e impressioni, personalissime memorie rimaste negli occhi mentre si guardavano passare gli eventi, come affacciati dal finestrino. Momenti storici, che dalla secondaguerra mondiale ai giorni nostri hanno segnato il carattere di una società in evoluzione, si intersecano con i ricordi personali e le visioni del mondo che cambia.Storie d’Italia… storie di casa nostra… ma anche storie oltre il giardino.
Due linguaggi diversi, teatro e musica, al servizio di un’esigenza comune: quella di raccontare storie. Così, attraverso le canzoni, quelle storiche e alcune inedite dei Modena City Ramblers e le narrazioni di
Bruno Cappagli, la parola cantata si intreccia con quella recitata creando un’unità di racconto.

Rubiera Teatro Herberia: Robe dell'altro mondo

Robe dell'altro mondo
La Corte Ospitale
lunedì 23 gennaio 2012, ore 21

Robe dell'altro mondo

drammaturgia Gabriele Di Luca
con Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Roberto Capaldo
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano setti e Roberto Capaldo
luci Diego Sacchi
organizzazione e costumi Luisa Supino

Prova aperta – residenze 2011-2012  
Il lavoro si svilupperà intorno alla tematica “paure metropolitane” ovvero l’insieme delle paure, delle fobie e delle tensioni sociali e individuali che innegabilmente caratterizzano e condizionano la nostra quotidianità e la qualità delle relazioni. Pregiudizio, intolleranza, ipocrisia, sospetto, perbenismo, solitudine, come elementi che costantemente influenzano un tessuto sociale sempre più fragile e disarmato, uomini e donne spaventati e soli.
I linguaggi dell'illustrazione e del fumetto permetteranno di sviluppare ed evocare i personaggi delle storie allontanandoci dal "realismo" per esplorare il mondo dell'immagine, del "surreale" e del grottesco, per contaminare e confondere differenti piani narrativi. La costruzione quindi di un immaginario drammaturgico e di un insieme di atmosfere, che pur non rinunciando alla volontà di raccontare il contemporaneo, provano a indagarlo e ad arricchirlo attraverso la fusione di mondi reali e mondi fantastici, con l'intento di rendere impercepibile il confine che li separa.

mercoledì 4 gennaio 2012

Casalgrande: Tante belle cose

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18/01/2012
21:00a23:00

TANTE BELLE COSE   una commedia di EDOARDO ERBA
con MARIA AMELIA MONTI, GIANFELICE IMPARATOe Valerio Santoro
regia Alessandro D’Alatri
Ci sono persone che non riescono a separarsi dalle cose e accumulano tutto nelle loro case finché gli oggetti non li sommergono. Se ne contano a milioni. In America li chiamano hoarder. Orsina è una hoarder. Fa l’infermiera adomicilio, non è cosciente del suo disagio, ma mette a disagio i vicini, che mal sopportano la sua mania di accumulare, la ritengono responsabile della sporcizia e degli olezzi della palazzina.
Giocato sul doppio piano della commedia e del dramma psicologico,“Tante belle cose” è un lavoro fresco, vivo, pulsante di energia e comicità. Per la prima volta in Italia – dove il fenomeno è presente ma non ancora studiato – ci fa conoscere il mondo degli hoarder, attraversandolo con grazia, trasformando il dettaglio iperreale in fantasia e il peso delle cose in una favola che vola. “Tante belle cose” disegna lo straordinario ritratto di una donna particolare eppure vicina, in cui ciascuno può riconoscere una parente, una conoscente, un’amica.
Graffiante, poetico e stupendamente interpretato da due grandi attori, “Tante belle cose” è tutto quello che il pubblico dovrebbe pretendere da una commedia nuova: di essere divertente e commovente.
Edoardo Erba

Teatro di Casalgrande - la donna che sbatteva nelle porte

Di Roddy Doyle Con MARINA MASSIRONI Compagnia Teatro dell’Archivolto
Casalgrande - Teatro De Andrè

martedì, 10 gennaio 2012 ore 21.00

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Marina Massironi con l’interpretazione di La donna che sbatteva nelle porte si confronta per la prima volta con un monologo, e con un tema tra i più delicati ed attuali, la violenza sulle donne.
Bellissimo e struggente, narrato con una rara capacità di descrivere e analizzare l’universo femminile, il libro di Roddy Doyle, da cui Giorgio Gallione ha tratto un fedele adattamento teatrale, è un viaggio duro ma vitalissimo in una vicenda potentemente contemporanea. E’ la storia di Paula, una donna di 39 anni con già troppa vita alle spalle. Padre misogino e madre sottomessa, Paula già da adolescente ha voglia di fuggire da una famiglia che non la sa amare e da una scuola che la etichetta come una ragazzina stupida e amorale. Tutto cambia quando, qualche anno dopo, Paula diventa la “signora” Spencer, la moglie di Charlo, il bello del quartiere, sicuro, vincente, carismatico. Lui la fa sentire amata, rispettata, temuta. Charlo è la felicità, il sesso, la speranza, il riscatto. Poi arrivano i figli, Charlo perde il lavoro e la vicenda precipita improvvisamente nelle profondità di un dolore fisico e psicologico, dove lo sbattere la testa nelle porte diventa per Paula metafora per nascondere la violenza subita dal marito. Così la vita con l’alcolizzato Charlo, poco alla volta, diventa l’inferno; anche Paula beve, ma i dottori non sanno o non vogliono curarla e ignorano le violenze del marito, fingendo di credere che si sia veramente fatta male inciampando nelle porte.
Pur trattandosi di una vicenda tragica, nei flashback della protagonista emerge di continuo quella voglia di vivere tipica degli scrittori irlandesi, e il sorriso si intreccia continuamente al dramma, disegnando un ritratto di donna difficile da dimenticare

martedì 3 gennaio 2012

Raphael Gualazzi al Fuori Orario

sabato 21/1/2012:   RAPHAEL GUALAZZI al Fuori Orario a Taneto di Gattatico
Una splendida occasione per sentire dal vivo uno dei nuovi telenti del jazz italiano (una volta tanto un giovane talentuoso!)

Ore 20,00 Apertura Circolo


Ore 22.30 - RAPHAEL GUALAZZI in Concerto
La sua musica nasce dalla fusione della tecnica Rag-time dei primi anni del '900 con la liricità del Blues, del Soul e del Jazz nella sua forma più tradizionale. Le sonorità tipiche del pre-jazz e dello stride-piano di Scott Joplin, Jelly Roll Morton, Fats Waller, Art Tatum e Mary Lou Williams, e il blues di Ray Charles e Roosevelt Sykes vengono attualizzate da Raphael Gualazzi con uno stile personalissimo dove la tradizione convive con le influenze più innovative di artisti eclettici come Jamiroquai e Ben Harper.

Raphael Gualazzi - Follia d'amore

"Pro patria" il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini

PRO PATRIA. Senza prigioni, senza processi

Segnalo dal sito di Ascanio Celestini. Scoprite la data più vicina  a voi http://www.ascaniocelestini.it/


i morti e gli ergastolani hanno una cosa in comune,
non temono i processi.
i morti perché non possono finire in galera.
gli ergastolani perché dalla galera non escono più.

chi ruba una mela finisce in galera anche se molti pensano che rubare una mela è un reato da poco. e chi ruba due mele? chi ne ruba cento? quando il furto della mela diventa un reato? c’è un limite? c’entra con la qualità della mela? la legge è uguale per tutti e i giudici non si mettono a contare le mele. la statua della giustizia davanti al tribunale ha una bilancia in mano, ma entrambi i piatti sono vuoti. non è una bilancia per pesare la frutta.

sono le parole di un detenuto che sta scrivendo il discorso. un discorso importante nel quale cerca di rimettere insieme i pezzi della propria storia, ma anche di una formazione politica avvenuta in cella attraverso i tre libri che l’istituzione carceraria gli permette di consultare. chiede aiuto a mazzini. un mazzini silenzioso e sconfitto.



quand’è che l’avete capito che era finita, mazzini?
quando finisce la rivoluzione?
finisce a roma nel ’49 con la fine della repubblica?
o con le insurrezioni degli anni ’50?
con le impiccagioni e le fucilazioni di belfiore che faranno guadagnare a francesco giuseppe il soprannome dell’impiccatore?
con l’insurrezione di milano del ’53?
qualche migliaio di uomini che assaltano caserme e posti di guardia e sperano nella diserzione dei soldati ungheresi che invece non ci pensano proprio.
alla fine vengono giustiziati in 16.
quella volta marx scrisse che la rivoluzione è come la poesia, non si fa su commissione.
quando è che avete pensato “siamo sconfitti”, mazzini?

Un racconto di cento minuti. Ascanio è da solo in uno spazio di due metri per due. Un fondale con alcune immagini, ritagli di giornali e manifesti di uno spettacolo. Un palco di metallo che è anche un piccolo prato artificiale sul quale va in scena la prova per un discorso. Un banchetto rosso tra palco verde e fondale bianco. Due musiche accompagnano la narrazione, un brano surf e una variazione di Chopin su un’aria di Bellini. Cinque personaggi. Un narratore-personaggio che parla in prima persona. Con lui ci sono due padri, uno di sangue e uno ideale. Accanto si muovono due abitanti della prigione che è il luogo dell’azione. Sono un secondino detto l’intoccabile, padrone concreto della vita del carcere, e un immigrato africano che dorme cinque minuti ogni ora.


testo \ Ascanio Celestini
suono \ Andrea Pesce


una produzione FABBRICA – in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria