martedì 13 dicembre 2011

Filippo Timi in "Favola": commenti

Tutto esaurito e grande entusiasmo sabato scorso al Teatro Asioli di Correggio per l’attore del momento, Filippo Timi che porta in scena “Favola”, spettacolo di cui ha scritto il testo e che segna il suo debutto alla regia. Una trama dai risvolti surreali, interni ricostruiti con cura, la ricerca dell’eccesso: è quasi una strizzata d’occhi al primo Almodovar, a cui si aggiunge una raccolta infinita di citazioni, di contaminazioni di generi; la cultura e l’immaginario queer sbarcano a teatro e lo fanno con colore e follia dirompeti. Era tempo ed è un filone ricco di possibilità, inventiva e stimoli se portato avanti in maniera coerente e matura, senza scadere in luoghi comuni. C'è ancora un equilibrio da trovare, ma sembra l'inizo di un percorso che può portare ad esiti interessanti.
 
Tutto è ambientato negli anni ’50, in un’America piccolo borghese da casalinghe disperate che hanno a modello le star hollywoodiane:  da Doris Day a Judy Garland.
Mrs. Fairytale, interpretata da un delizioso e buonista Timi en travesti,  e Mrs. Emerald, rigida bionda platino (un’algida Lucia Mascino), casalinghe perfette e amiche d’infanzia, fra le conversazioni perbeniste e luoghi comuni nascondono rispettivamente un marito violento e uno con una relazione omosessuale. Un improvviso “cambiamento” modifica le prospettive le vede complici nell’uccisione del marito manesco e alla ricerca di una fuga e di un amore più libero.
In questa sorta di caleidoscopio c’è spazio per luoghi comuni e invenzioni esilaranti, tradimenti, mutamenti di sesso, omicidi, attacco degli ufo, barboncini impagliati sogno. Si mescolano anche le forme: cabaret, commedia americana, noir, Hitchcock, Sirk con l’aggiunta di tanto grottesco.
Piace la regia creativa, con le pubblicità anni ’50 di Pagot proiettate a chiusura di ogni scena e  l’omaggio a Franca Valeri, interprete perfettamente in linea con questa sensibilità.
Emergono in maniera chiara i due temi portanti: il rapporto fra apparenza edulcorata e la realtà spesso tragica che questa nasconde e un inno alla libertà dell’amore al di là dell’identità sessuale.
Favolosi gli abiti vintage ricreati da Miu Miu che riescono a far sembrare un Timi costantemente volteggiante sui tacchi, un femminile solo un po’ fuori scala.
Filippo Timi mattatore piace, un po’ Sorelle Marinetti, un po’ Vladimir Luxuria, anche se cerca un po’ troppo il consenso del pubblico e la risata in maniere a volte forzose a volta un po’ troppo leziose.
Il pubblico è generoso ed è tutto per lui.

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