giovedì 15 settembre 2011

Festival Letteratura Mantova: Laila Wadia e la cucina migrante

SAPORI MIGRANTI



A Casa Slow si respira profumo di curry. Laila Wadia, scrittrice di origini indiane, residente dal 1986 in Italia, raccoglie con un sorriso l'applauso dei presenti. "Namaste", il saluto indiano che significa "io saluto la luce divina che c'è in te", dà inizio all'appetito e alla memoria migrante della scrittrice. Le contaminazioni culturali, linguistiche e culinarie hanno portato e portano tuttora in ogni parte del mondo ibridazioni, mescolanze e nuove creazioni: l'impasto di odori e colori anche a Casa Slow alletta il palato degli ospiti lasciandoli a bocca aperta. 
Arrivano i piatti, uno ad uno, raccontati con passione ed ironia dalla scrittrice. La soddisfazione del pubblico regala un grande applauso nel momento in cui entra lo chef indiano, accolto da curiose domande culinarie. I gusti diventano, anche in questa occasione letteraria, gli ambasciatori dei popoli e la possibilità di conoscere, toccando e assaggiando, culture diverse ormai parte di un mondo sempre più migrante ed interculturale.

Commento
Laila Wadia scrive e racconta stoie piacevoli, ricordi e invenzioni che solo all'inizio sembrano così leggeri.
E' bella la sua idea di cibo come una sorta di ambasciatore fra i popoli e le contaminazioni far cucine, che procedono lentamente perchè devono entrare nel gusto degli stranieri e anche dei locali, alla faccia della cucina fusion, sghiribizzo di momentanea fantasia di una persona sola. Bello anche pensare alle persone come ingredienti di un piatto colletivo, come il curry o come anche il minestrone.

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