Spesso le mostre di Ferrara hanno un buon marketing, begli allestimenti, ma mi lasciano dei dubbi. Anche la mostra di Chardin mi sembra un po' un'occasione mancanta, l'occasione per andare un attimo oltre alla solita mostra-elenco di opere di un autore.
Le premesse c'erano tutte: un autore che sceglie di stare lontano dalle mode del suo tempo, che fa scelte contro corrente e coraggiose, che sceglie la via delle Fiandre e della pittura del nord Europa e rifugge la corte, le vezzosità del Settecento francese; parte dalla natura morta, genere considerato minore e finisce con l'affermarsi come il pittore della borghesia dei lumi, che raccoglie conferme fino a diventare pittore del re, con tanto di pensione e residenza al Louvre. Non solo, si tratta di un autore che permette di osservare uno dei percorsi imprevisti dell'arte, in questo caso la natura morta, dal Nord Europa - Olanda del '600, alla
Adrian Coorte (ca 1665-1707) Chardin(1699-1779)
Francia di Chardin per poi passare in Italia a Morandi
Chardin |
Chardin
Giorgio Morandi
Altro parallelo è fra la ricerca sulla figura di Chardin e l'opera di Veemer, entrambi pittori della borghesia.Chardin |
Johannes Veemer ( 1632 - 1675) |
Invece di tutto questo si parla, senza farlo vedere. Ci si limita a mostrarne le opere in ordine cronologico. Una mostra che avrebbe potuto e dovuto mostrare decisamente di più.
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