sabato 8 gennaio 2011

Lo spazio del sacro a Modena

A Modena da inizio Dicembre è possibile visitare la mostra Lo spazio del sacro alla Galleria Civica a Palazzo Santa Margherita e alla Palazzina dei Giardini Corso Canalgrande. Una mostra che propone un ritorno al tema del sacro attraverso lo sguardo dell'arte contemporanea. E' uno sguardo che regala piacevoli sorprese ricche di una spiritualità aperta e ricca di contaminazioni fra le culture, le religioni ma che indaga anche e soprattutto la sacralità dello spazio e del rapporto con l'altro. Le opere spesso isttaurano una relazione con lo spettatore, fisica e spirituale. Molto suggestiva nel chiostro all'ingresso l'istallazione di Josep Ginestar "Todos buscamus" (tutti cerchiamo) che raccoglie le "impronte" dei frequentatori di Palazzo Santa Margherita, 1.300 mani che proteggono una sfera più piccola, simbolo della vita.
foto di Carlo Fei

Altra opera molto interessante è "Jerusalem" istallazione monumetale di Jaume Plensa di 18 gong dorati, con un versetto del Cantico dei cantici inciso sopra, che sembra unire oriente ed occidente in uno spazio suggestivo, in una penombra che si fa suono, vibrazione, creazione, ogni suono è diverso e plasma lo spazio di spiritualità, un suono come una preghiera.
foto di Carlo Fei
Colpisce e sorprende la trasformazione dello spazio, un'atmosfera magico-spirituale creata dall'nterazione e daqlla riflessione sulle opere.

E' la prima mostra della direzione Marco Pierini e vede la collaborazione della Galleria Civica con la Fondazione Cassa di Risparmio, e vede la presenza di alcuni fra gli artisti della scena contemporanea internazionale che hanno maggiormente riflettuto sul tema del sacro: Adel Abdessemed, Giovanni Anselmo, Kader Attia, Paolo Cavinato, Chen Zhen, Vittorio Corsini, Josep Ginestar, Anish Kapoor, Richard Long, Roberto Paci Dalò, Jaume Plensa, Wael Shawky. Ogni opera occupa in esclusiva un ambiente della Galleria, accentuando il rapporto esclusivo ed intimo che ciascuna di esse instaura con lo spettatore; al contempo l'opera crea un rapporto con lo spazio intorno a sè.
“Non di rado – si legge nel catalogo del curatore della mostra Marco Pierini – l’opera d’arte definisce con la sua mera presenza uno spazio di riguardo, inviolabile, sacro nell’accezione che rimanda direttamente all’etimologia della parola: circoscritto, ristretto, separato. Limite e soglia, confine e passaggio, lo spazio sacro si costituisce sempre come rapporto – quando esclusivo e privato, quando collettivo e condiviso – tra mondi diversi e come invito per chi guardi a lasciarsi trasportare, ad affidarsi all’opera e sperimentare una sorta di estraniamento contemplativo o di empatetica immedesimazione”.

L'ingresso è libero. Info: http://spaziodelsacro.posterous.com/blog

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