lunedì 31 gennaio 2011

intervista Alessandro Haber, Alessio Boni e Gigio Alberti - 4 di 4

Concludo con una domanda d'obbligo, che mi piace fare a tutti in questi tempi cupi.











Qual è secondo Voi il futuro del teatro?
Alberti: “E’ un momento anche peggio di quello che si pensa. I teatri sono traballanti, mancano i soldi, ognuno taglia qualcosa, il forte sopravvive e il debole soccombe. Siccome tante realtà nuove o piccole non hanno forza, ci sarà un impoverimento: mancherà il rinnovamento e diminuirà l’humus vitale che alimenta la creatività. Spero che assieme ai tagli ci sia anche una riorganizzazione che rimetta in discussione i privilegi di realtà immobili, e accordi sostegni a chi invece fa.”

Haber:”La cultura è fondamentale per crescere, la cultura porta vita,  porta benessere, intelligenza, fantasia, conoscenza, piacere, discussione, soldi. Non capiscono che  investi 1 guadagni 3. Ci vogliono tutti appiattare. Noi siamo fortunati che abbiamo raggiunto un certo livello di credibilità e lavoro ne abbiamo ma non per tutti è così!”

 
Boni “Vorrei creare un pubblico per il teatro moderno, che ha cose bellissime, anche se non sono i classici. Mi interessa molto chi ha introspezione nei confronti del moderno, del quotidiano che è la vita di ogni giorno. Cose all’apparenza più banali ma che nascondono una loro profondità.
In Italia si passa dal Cabaret, ai classici. Manca una via di mezzo. Moliere rappresentava il quotidiano del 1600. Il teatro rischia di sembrare noioso per alcuni. Perché non riflette su quello che stiamo vivendo? Il teatro distanzia, mentre se raccontasse qualcosa che appartiene al presente, il pubblico si sentirebbe portato dentro.”

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