domenica 30 gennaio 2011

intervista Alessandro Haber, Alessio Boni e Gigio Alberti - 3 di 4



Segue l'intervista corale di Alessandro Haber, Gigio (Luigi) Alberti, Alessio Boni.

Teatro, cinema, televisone: cosa preferite fare e perché?

Alberti: “Io mi trovo meglio a teatro, perché sono uno pigro che ha bisogno di continue conferme. Il cinema lo vedi dopo 6 mesi che l’hai fatto e la conferma ce l’hai troppo tardi perché ti serva ad andare avanti. Il teatro lo fai tutti i giorni e c’è una conferma; il problema è se è una non conferma. Quando le cose vanno bene il teatro dà una carica che il resto non dà. Per come sono fatto, ho bisogno di questa spinta e magari oso più a teatro che non al cinema”

Haber “Se dovessi scegliere farei il teatro. Perché a teatro sono proprietario di quello che faccio, sono io che decido, penso,vedo, provo. Nel cinema hai una sorta di direttore d’orchestra che non sai mai dove va a parare, fra montaggio e il resto. A teatro se sbaglio, sbaglio io, ho la fortuna da 35 anni che non sbaglio, faccio cose molto belle e diverse, dal comico al drammatico, mi piace mettermi in gioco. Dopo questo farò un  testo che farà discutere molto “Una notte in Tunisia”, un testo di Vitaliano Trevisan e interpreto uno che somiglia molto a Craxi. A me non va di essere rassicurato, ma di mettermi in gioco sempre, di sorprendermi. Se dici che sei arrivato è finita. Io non mi sento arrivato. Ogni volta mi sembra la prima volta. Molti attori che trovano la strada del cinema dimenticano il teatro, poi da vecchi o perché c’è la crisi tornano. Sono attorini. Se sei attore vero scegli il teatro, è li che non puoi bluffare.

Boni:  “L’Attore è l’artigiano di una parola, poi ci sono diversità complete nel lavoro, set una cosa, teatro è un’altra. L’emozione che dà il teatro è immediata. Quello che provo stasera lo sento in simbiosi col pubblico. Domani sarà un'altra cosa. Il teatro è posto del pensiero in cui oggi puoi permetterti di perder tempo, provare e riprovare, di darti, una cosa meravigliosa, io parto dal teatro. Nel cinema ti butti, sei più sicuro, se sbagli puoi rifare. L’emozione la vivi alla prima e può passare un anno ed è emozionante anche quello quando lavori a certi livelli. E’ diverso il processo. Però non puoi fare niente col braccio sinistro perché il pubblico lo vede, devi essere onesto, sincero fino in fondo”.

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