martedì 11 ottobre 2011

Fine settimana: arte e '68


Questo fine settimana era il week end del contemporaneo
Sono andata a Bologna al Mambo.
Ingresso gratuito collezione permanente e
Mostra "Arte Povera 1968"
Io avevo sempre considerato l'arte povera un fatto fondamentalmente torinese,
invece un astuto gallerista bolognese ( De' Foscherari) indovinò mostra, curatore (Germano Celant che cura anche qui) e soprattutto un anno denso di significati (1968).
Per cui mostra trionfale su arte povera a Bologna.
Una grande salone e le opere sbattute lì tipo un 2/3 opere per autore
più foto, un video e materiali legati a pubblicazioni.

Nel video ci sono tutti.
C'e' Gillo Dorfles da giovane,
ma era già Gillo Dorfles, pure da giovane,
chissà forse a quell'epoca era possibile perfino diventare Gillo Dorfles da giovani.
Mi è scappata una risata.

Altra cosa, parevan quasi dei black block questa gente,
I Paolini, i Pistoletti, i Merz, i Zorio, i Penone, i Konuellis
belli (come si poetva esselo negli anni '70) e fieramente alternativi,
in jeans e giacca a vento, barbe lunghe, capelli incolti
insomma un po' i Che Guevara dell'arte de noialtri.
Poi vedi le foto recenti,
incredibile,
in tweed come la buona vecchia nobiltà inglese,
curati pure i baffi....
e allora mi son chiesta
ma come è stato possibile questo passaggio?
come l'hanno vissuto?
come li ha cambiati?
come uomini e come arte?
L'intervista a Castelli .... eh Castelli

C'erano, per fortuna, visite guidate a costruire legami fra le opere,
a spiegare quello che 2/3 opere per artista sparse nella
stanza non erano in grado di dire.

Mi son incantata al laboratorio per bambini
a sentir spiegare la Venere degli stracci di Pistoletto.
Ascoltavano attenti, silenziosi,
già con le loro domande e le loro risposte.

Agli adulti risultava difficile capire perchè nel video del 68 con e opere si interagiva,
giochi, scherzi, goliardate,
mentre ora è vietato toccare e fotografare.
Una concezione di arte che è cambiata in maniera così radicale in 50 anni.

C'era il nostro Calzolari, due opere sole,
raggelate, ma ironiche, poetiche e così estremamente eleganti!
Una spanna sopra a mio parere.

Uscendo dalla sala , una nuova visita cominciava,
mi son fermata ad scoltare lo spiegone introduttivo.
La proposta dell'arte povera e del 68 come momento di cambiamento,
rottura della società, la ricerca di nuovi valori e un nuovo sitema di
leggi e valori che corrrispondesse ai bisogni di una paese già oltre,
già avanti rispetto alle leggi, ai sistemi di giudizio e di governo.
Come ora.

Come ora? Ma dov'è quell'energia ora?
quella voglia di rinnovare,
di cercare modelli nuovi,
valori nuovi, per tutti?
La ricerca, la sperimentazione dove sono?

Sono solo io che non vedo?
Voi qualcosa vedete?

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