sabato 11 dicembre 2010

Conversazioni : Alessandro Gassman



Parliamo con Alessandro Gassman, attore, regista , produttore, direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto, dello spettacolo “Immanuel Kant” di Thomas Berhhard di cui è regista e che va in scena il 7 e 8 Dicembre a Correggio. Come attore è nelle sale cinematografiche con il film “La donna della mia vita”.
Domandiamo dove si sente più a suo agio fra televisione, cinema e teatro.  << Il teatro, soprattutto negli ultimi anni mi dà una libertà di espressione totale, la possibilità di lavorare su testi di mio gusto e di scegliere come affrontarli.>> Con il cinema sono arrivati premi importanti – come il David come migliore attore non protagonista per il film “Caos calmo”- e opportunità, ma rimane un settore in cui si sceglie fra proposte altrui. Invece il Teatro, soprattutto nel nuovo ruolo di direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto, gli dà una libertà totale. A teatro soddisfazioni e successo sembrano aumentati proprio da quando ha iniziato ad occuparsi anche di regia. Il pubblico ha apprezzato e capito tre elementi per lui fondamentali: << sincerità, coerenza ed un gruppo di attori con cui lavoro bene>>. Spiega che ha la madre pittrice e gli viene naturale la costruzione visiva: parte in genere con un disegno della scena, le musiche e solo alla fine si preoccupa degli attori, con cui lavora con grande facilità. E’ molto soddisfatto di questo <<Immanuel Kant divertente, comico e popolare>>.
Racconta che lo spettacolo dà la sensazione di salire sul piroscafo in cui Kant, con moglie e pappagallo si imbarca verso il Nuovo Mondo nella speranza di riacquistare la vista. E’ accompagnato da personaggi sciocchi ed ignoranti. Thomas Bernhard  è uno straordinario autore ed è stato spinto al massimo il suo lato comico, in una farsa cinica sull’animo umano che porta in scena una sorta di armata Brancaleone alla ricerca della terra promessa. Ma è soprattutto un lavoro coeso e corale di splendidi attori che lavorano insieme da tempo: Manrico Gammarota, Mauro Marino, Paolo Fosso, Emanuele Maria Basso.
Gassman racconta il teatro che verrà: un teatro che si apre a tutte le voci, soprattutto a quelle giovani e ai drammi attuali, in cui anche un pubblico giovane può riconoscersi. Ad esempio testi di Bernhard, Kafka, anche i classici ma rivisitati da giovani e una sferzata di drammaturgia contemporanea, in controtendenza rispetto al paese perché << portano a teatro più i giovani che i vecchi>>. Afferma che va abolita la prassi degli scambi fra teatri stabili ed occorre guardare alla qualità vera degli spettacoli. Gli piace l’attenzione di ERT per il teatro giovane e la ricerca, il pubblico preparato ed interessato. 
Quando accenniamo alle quattro “nomination” ai  prestigiosi Premi Ubu collezionati da “Roman e il suo cucciolo” e da “Immanuel Kant”si dichiara molto onorato, ma scaramenticamente non fa ulteriori commenti .  


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