martedì 5 aprile 2011

Anteprima Vinitaly: le nuove tendenze del bere italiano

Abbiamo chiesto a Riccardo Ricci Curbastro, in occasione di una golosa cena che ha riunito cucina e vini lombardi, un anticipo delle tendenze in atto nel settore del vino, una sorta di anteprima di Vinitaly, in partenza il 7 Aprile.

 

Quali sono le tendenze in atto sul vino, come sta cambiando e si sta sviluppando il consumo?
“A livello mondiale in questo momento sta partendo di nuova un’onda di moda verso i vini bianchi.  Veniamo da 15 anni di rosso. Già adesso si vede che i consumi di bianco sta superando i rossi e questa era una cosa attesa anche perché c’è sempre stata questa alternanza fra le due tipologie. Dall’altra parte c’è una fortissima crescita di quelli che sono i vini spumanti. Per l’Italia un successo strepitoso del Prosecco. Nella tipologia della rifermentazione in bottiglia sicuramente il Franciacorta è uno di quelli che sta avendo un trend di crescita molto interessante. Il Prosecco come il Franciacorta sono un po’ l’espressione di un modo di vivere all’italiana, quindi quello che gli stranieri chiamano happy hour e che noi chiameremmo aperitivo con un bicchiere di vino e due cose da mangiare stuzzicando, che poi magari sono due dadi di mortadella. Nel senso che  noi abbiamo la capacità di far coniugare questa forma di aperitivo con qualcosa che è tipicamente nostro, molto italiano. Direi che queste sono le due cose più evidenti in questo momento.”   

Si parla tanto di una richiesta di abbassamento del livello alcolico: è vero?

“Sicuramente la critica negli anni passati ha privilegiato vini molto alcolici e strutturati che erano quelli che in degustazione cieca facevano più scena e che comunque riempivano la bocca, con il risultato però che questi sono vini che difficilmente vuotano la bottiglia. Nel senso che non è il vino all’italiana che pasteggi, è un vino che ne bevi un po’, dici che è buono, ma poi resta lì. Oggi si sta tornando verso un vino che abbia la capacità di farsi bere, che quindi sia di facile beva. L’alcol purtroppo è diventato l’elemento che tutti guardiamo per altri motivi: la pura per la patente. Ma in realtà più che l’alcol è una questione di struttura: si torna verso vini più normali, più da tutto pasto. L’alcol può essere uno degli indicatori, ma il più della gente lo confonde con la struttura. Oggi si beve vino meno alcolico perché pensa di avere meno problemi con la patente. In realtà io dico fra 12,5 e 13,5 quando hai bevuto un bicchiere sei allo stesso livello di alcol in corpo, l’1% non fa la differenza.” 

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