sabato 2 aprile 2011

Intervista: Ugo Pagliai parte 2

Seguito dell'intervista rilasciata da Ugo Pagliai al Teatro Asioli a Correggio priam dello spettacolo "Aspettando Godot".

Una lettura positiva quindi?
“Quelli che vengono rappresentati sono dei disperati, la condizione umana è terribile, però c’è questa positività nell’aspettare Godot. Anche se c’è sempre il desiderio del suicidio, dell’impiccagione, della morte, però mai come in quei momenti c’è il bisogno della vita, il bisogno di inventarsela.”

Come lo vede il futuro del teatro?
“Finchè ce lo fanno fare! Finchè avrò energia e potrò farlo, calcherò il palcoscenico perché, anche coi limiti che uno può avere, in mezzo a tante cose fittizie, false, credo che il teatro sia l’unico luogo in cui le persone stanno in silenzio ad ascoltare altre persone che dicono cose scritte da dei geni, parole che possono ancora dissetare, dare verità e qualcosa di autentico.”

Le chiedo se ha un ricordo da condividere che riguarda il palcoscenico.

“I ricordi sono tanti, io qui a Correggio ho fatto un debutto con Squarzina: “Domino” di Achard. Lo spettacolo era andata molto bene e l’aiuto regista, Gianni Fenzi, alla fine della cena, in un ristorante che era proprio  qui davanti,  arrivò con una torta bellissima per festeggiare. Si avvicinò  a Squarzina che era nel mezzo della tavolata, scivolò e scaraventò la torta sulla tavola schizzando panna e dolce da  tutte le parti. Mi ricordavo questo teatro: bellissimo!”    
  

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