domenica 3 aprile 2011

Intervista: Eros Pagni parte 1

Incontro Eros Pagni prima dello spettacolo “Aspettando Godot” al Teatro Asioli di Correggio. Nello spettacolo, per la regia di Marco Sciaccaluga, interpreta Vladimiro, un barbone umano e paterno, l’unico personaggio che sembra avere memoria di ciò che accade.

Portate in scena “Aspettando Godot” di Beckett, un testo che è diventato  un classico della contemporaneità, tante le letture e le interpretazioni, qual è la Sua?
“Io sono un attore sempre piuttosto fedele al testo. Nel copione ci sono delle indicazioni che possono dare uno spunto di come si può interpretare il ruolo. Per quanto riguarda Vladimiro, il mio personaggio, credo che sia prima di tutto un sognatore, non certo un uomo con i piedi per terra, è un uomo che si illude, che spera e che ha fede malgrado la vita gli abbia riservato momenti di grande tristezza e angoscia. A questo mi sono attenuto.  L’interpretazione o la proposta interpretativa che si fa al pubblico è una recitazione meditata, supportata da un pensiero e da un peso interiore, pensata e sofferta.”

Qual è stata la difficoltà maggiore in questo testo? 
La difficoltà maggiore è credere a ciò che si dice, si parla di teatro dell’assurdo, io non contesto questa definizione che la critica moderna dà del testo, ma la discuto: si trattano grossi problemi che attraversano l’uomo, in tante situazioni noi ci chiediamo tutt’oggi chi siamo, cosa facciamo, che cosa avremo, cosa ci riserverà il futuro visto il contesto sociale che stiamo vivendo momentaneamente. Vladimiro si rende conto di questo momento particolarmente critico della sua vita ma non rinuncia a sperare, come nella bellissima battuta “Se arriverà Godot saremo salvati”. Purtroppo  questo Godot non arriva mai. Questo fantomatico personaggio è evidentemente qualcosa di superiore a noi, si può pensare a tutto, si può immaginare che sia come il Messia per gli ebrei, ad esempio, qualcuno che può dare una risposta o un aiuto a una vita che per il momento non ha nessuna spiegazione, nessun peso sociale, esistenziale, morale per personaggi che vivono ai margini della società in cerca di un qualcosa che si dice verrà domani, ma che non verrà

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