mercoledì 24 novembre 2010

Conversazioni sul teatro: Vittorio Franceschi 3

Chiedo del cambiamento in atto nello spettacolo e del teatro che verrà, vista la duplice esperienza: nel "mestiere"  e nel ruolo di co-direttore della Scuola di Teatro di Bologna. Risponde che negli anni ’60 e ’70 si è assistito al trionfo delle avanguardie e del teatro politico. In realtà il teatro è stato maltrattato e sbattacchiato qua e là per nuove strade, senza approdare ad una nuova drammaturgia, ma alla rilettura di testi già scritti. Del teatro sono rimaste macerie, fatte salve rare eccezioni. Ricostruire il teatro di prosa è la sfida del futuro. Il nuovo fatto di attori urlanti, che corrono per il palco, è il sintomo di forte confusione del nostro teatro. Occorre lavorare sulle fonti, sulle basi del teatro, sulla dizione e sull’impostazione dell’attore: non l’urlo, ma la messa in luce del senso della parola. Occorrerà tempo e più di una generazione per fare questo. I guasti del teatro sono il riflesso dei guasti della società e i giovani si dovranno rimboccare le maniche. Non c’è generazione senza talenti, nascono sempre, ma va permesso loro di esprimersi e non farli correre dietro a false chimere. Adesso è difficile il percorso classico dell’attore, fare provini ed essere scelto è quasi impossibile e si ottengono solo piccole parti. Consiglio sempre ai miei studenti di mettersi insieme, creare una compagnia, inventare un modo di stare insieme, sperimentare una drammaturgia un linguaggio, mettere insieme talenti e sogni
Oggi il teatro è inquinato dagli attori e comici della televisione anche nelle programmazioni. Il teatro di tradizione è emarginato. In altri paesi non accade di cancellare i propri autori; in Inghilterra, Francia e Germania la tradizione coesiste con le nuove espressioni. Da noi i grandi autori vengono tirati fuori solo per fare cassetta. Le cosiddette nuove avanguardie lo lasciano perplesso: per rinnovare occorre effettuare nuovi innesti sul tronco, ma se tagli l’albero fai un danno occorre molto tempo e generazioni prima che si possano vedere i primi getti di qualcosa di nuovo e spesso questo e quello che hanno fatto le avanguardie.  


Vittorio Franceschi foto Di Cola


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