lunedì 1 novembre 2010

I Demoni di Peter Stein


Peter Stein foto di Anna Laviosa

Un pubblico attento, rispettoso, trasversale,  giovani, addetti ai lavori e semplici appassionati per uno vero e proprio spettacolo evento, I Demoni per la regia di Peter Stein. 12 ore di maratona teatrale, dalle 11 alle 22.46 per l’esattezza, con pause ed intermezzi per pranzo e cena, una vera giornata dedicata al teatro.  26 gli attori sul palcoscenico: tantissimi la prima volta che sono apparsi insieme in scena, in un grande lavoro di continuo ascolto sul palco. Uno spettacolo che ha vinto il massimo riconoscimento teatrale italiano, il premio Ubu, e che fin dalla prima messa in scena in forma di workshop nella tenuta del regista, ha ottenuto apprezzamenti ed attenzione.
Il romanzo di Dostoevskij, di ben 900 pagine, appositamente riadattato da Stein, intreccia temi di famiglia, società, politica, religione, è il racconto del declino di una generazione, colta ma stanca, pigra ed impaurita, aggrappata ai suoi ideali, e l’emergere di una nuova generazione in cui il vuoto di valori è riempito da ideologie estreme ed interessi personali, come due dei personaggi principali, il giovane  Stavrogin vuoto, annoiato ed immorale o il cinico e manipolatore  Petr Stepanovic. La messa in scena segue il romanzo: a una prima parte da commedia borghese, ironica, lineare, segue una seconda parte in cui l’intreccio si fa più complesso e dove emerge la follia di ogni cieco estremismo. Nella Terza parte forte e terribile, i demoni mostrano tutta la loro forza di annientamento, non lasciano vincitori. Peter Stein, uno dei più importanti registi teatrali ed operistici d’Europa,  accompagna il pubblico attraverso i tempi dello spettacolo, vero padrone di casa.
Uno dei punti forti è la grande attualità del testo, sia nei temi intimi che su quelli sociali; a tratti si rischia di sfociare nella cronaca – uno dei momenti più forti è la lettura della confessione dell’aver approfittato di una bambina, o l’aggressione a Lizaveta trovata nelle vicinanze di un omicidio e considerata erroneamente colpevole-. Difficile raccontare tante ore di spettacolo, dense di temi importanti, a cui viene dato il giusto respiro ed equilibrio.
Lo spettacolo è più di tutto l’emozione di una giornata intera di teatro,  entrare nella storia, nell’intreccio, vedere che via via che il tempo passa aumenta ad ogni pausa lo scollamento che si crea fra l’uscita dallo spettacolo e il rientro al mondo reale. Adattissimo a creare questa magia, lo spazio raccolto ed intimo della Cavallerizza, con la luce naturale dai finestroni che accompagna via nello svolgersi della trama. Perfetta anche la musica, rigorosamente dal vivo, pianoforte, che non copre mai, ma si fonde e sottolinea con precisione stati d’animo e colpi di scena.
Ottima l’interpretazione degli attori, molto equilibrati, impeccabile Maddalena Crippa, bravi  Fausto Russo Alesi nel ruolo del nichilista suicida Krillov e Rosario Lisma nella parte di Satov.
Il pubblico ha seguito l’intero spettacolo con rarissime defezioni lungo il cammino, si è concluso con un meritato lungo applauso in piedi. Se vogliamo cercare qualche neo, il finale avrebbe  potuto essere un po’ asciugato, ma  risulta difficile negare spazio ad attori tanto bravi.

La sorpresa alla fine dello spettacolo è di non essere stanchi, e di trovarsi tutti insieme all’uscita, pubblico ed attori, in  una sorta di saluto festante di una piccola comunità teatrale.

Per ulteriori informazioni http://www.idemoni.org/
Fotografo Andrea Boccalini

La "vecchia" generazione

La "nuova" generazione
(spettacolo visto il 16 Ottobre a Reggio Emilia)

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