giovedì 18 novembre 2010

Il Signore del cane nero: va in scena la storia di Enrico Mattei



Comunicato stampa: Sabato a Boretto

IL SIGNORE DEL CANE NERO storie su Enrico Mattei .di Laura Curino e Gabriele Vacis, con la regia di Gabriele Vacis e l’interpretazione di Laura Curino. Luci e scenofonia di Roberto Tarasco e scenografia e video di Lucio Diana. Spettacolo prodotto da Fondazione del Teatro Stabile di Torino e dall’Associazione Culturale Muse.

«Enrico Mattei è, senza dubbio, l'uomo più potente d'Italia e, all'infuori dell'elezione del Santo Padre, tutto il resto dipende - in Italia - direttamente o indirettamente da lui nel senso che, dovunque egli lo voglia, può attivamente intervenire e far sentire il peso della sua smisurata forza. Col metano egli controlla l'industria, coi concimi chimici egli è in grado di controllare l'agricoltura, con le sue circa cinquanta aziende "sicure" (in quanto garantite dallo Stato) egli regna sul mercato finanziario ed è in grado di assorbire facilmente una parte colossale del risparmio nazionale.
Non esiste città, paese, villaggio, strada che non siano presidiati dai distributori di benzina del Cane Nero: attraverso questi "blocchi" stabili, il Signore del Cane nero è in grado di controllare qualsiasi spostamento di uomini o cose»: così Giovanni Guareschi parlava di Enrico Mattei, personaggio chiave della storia economica e culturale del nostro paese, dal dopoguerra al 1962, anno della sua tragica fine. Partigiano, deputato, regista della creazione di una forte industria energetica nazionale, Mattei ha rappresentato una figura imprenditoriale di grande forza e carisma, capace di imporre l’Italia come soggetto economico autorevole anche sui mercati internazionali.
Dopo l’approfondito e acclamato lavoro su Camillo e Adriano Olivetti, Laura Curino porta in scena
la storia di Enrico Mattei, un altro grande industriale del Novecento: «Sei anni di lavoro istruttorio –
scrive la Curino -, poi nel maggio del 1999, viene aperto a Pavia un nuovo processo sul caso Enrico Mattei, prove schiaccianti dimostrano che la tragedia di Bascapè, in cui persero la vitaMattei, il pilota e un giornalista, considerata fino ad allora un incidente aereo, in realtà nasconde un triplice omicidio. Tanti lo sospettavano e credevano di conoscerne i mandanti. Ma non c’erano prove. Il processo di Pavia arriva alle prove inconfutabili che l’aereo è scoppiato in volo. Una carica di dinamite pone fine alla vita dell’italiano più potente dai tempi dell’imperatore Augusto. Ma chi abbia piazzato l’ordigno, e su ordine di chi, è un segreto ancora sepolto nel fango.
Ce n’è di fango in questa storia.
Tanto da mettere disagio solo a leggerne, figurarsi a recitarla. Petrolio e fango.




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