venerdì 4 febbraio 2011

Alla scoperta del MACRO: caleidoscopio dell’arte contemporanea

Interno nuova ala
 
Terrazza

Ala 1999














La sede originaria del MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma, è nata nel 1999 dalla riconversione e restauro dei vecchi stabilimenti della birreria Peroni, costruiti agli inizi del XX secolo in via Reggio Emilia ed é stata recentemente ampliata con un importante intervento dell'architetto francese Odile Decq. La nuova ala del museo, appena aperta al pubblico a Dicembre,   é frutto di un progetto che trasgredisce l’approccio tradizionale di integrazione tra vecchio e nuovo, si inserisce nella struttura preesistente ma, al contempo, ridefinisce l’intera morfologia e percezione del museo. E’ un intervento netto e di carattere, con contrasti molto forti ed innovativi: nero e rosso i colori  scelti per l’ingresso centrale, fulcro della nuova ala (nelle sale espositive si è optato opportunamente per un bianco luminoso). Ma il pezzo forte del progetto, che seduce irrimediabilmente,  è la terrazza, un vero e proprio palco scenico sui tetti di Roma, tutto in vetro che permette un’originalissima vista dall’altro verso il basso della nuova ala, regalando scorci inaspettati della struttura interna e giochi di riflessi degli edifici del quartiere
Proprio la grande terrazza (ben 2.500mq! ) è il vero collante fra la sede storica, la nuova ala ed il quartiere; a coronare il tutto, in cima, c’è spazio per un ristorante super-chic a lume di candela, tutto trasparenze: MACRO138.
 Al direttore, Luca Massimo Barbero, il compito di gestire una superficie espositiva triplicata (4.350 mq). La cosiddetta Collezione del MACRO è qualcosa invece di molto sfuggente. Il museo ha stabilito stretti rapporti di collaborazione con istituzioni, fondazioni, archivi e collezionisti privati che contribuiscono alla crescita della collezione grazie a prestiti, comodati e donazioni (dalla collezione Unicredit si è attinto a piene mani); grazie a loro sono presenti importanti opere di artisti italiani e internazionali.
Il MACRO, in questo passaggio da museo quasi di quartiere a punto di riferimento per l’arte contemporanea, ha mantenuto l’attenzione per l’arte grafica, l’animazione, la sperimentazione giovane. Grazie alla compresenza di molte mostre di ridotte  dimensioni che spaziano dagli anni ’40 ai giovani autori e che presentano approcci e artisti molto diversi fra loro, è difficile non trovare qualcosa in linea coi propri gusti. Le opere si avvalgono spesso di una esposizione allegra e ludica che ha permesso al museo di diventare “glamour” mantenendo l’affezionata clientela di famiglie. Merito anche di istallazioni ad approccio giocoso e di lettura stratificata, che vengono letteralmente prese d’assalto dai più piccoli, come la casa delle farfalle dell’opera vincitrice del premio Enel Contemporanea Award 2010 scelta per inaugurare lo spazio, “Are you really sure that a floor can't also be a ceiling?” del duo Bik Van der Pol .
L’ampia offerta espositiva permette al pubblico di attraversare lo spazio cogliendo suggestioni e impressioni molteplici, in un caleidoscopico racconto per immagini dell’arte contemporanea.

Nuova Ala

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