mercoledì 9 febbraio 2011

Intervista Marco Paolini - 3 di 4


Considerazioni sullo spettacolo “Itis Galileo” , com’è nato? 
“E’ nato dalla sfida di portare in scena il “Dialogo” che ritengo ancora aperta e inarrivabile, però da lì è partita la curiosità. Quando lavori su un argomento, tendi ad allargare, scopri  tante altre cose interessanti ed è difficile stringere in due ore perché ti scappa la materia da tutte le parti. Non è uno spettacolo che nasce da una urgenza, ma da una passione e posso prendermi un po’ di tempo in più.”  

Come vede il futuro del teatro?
“Lo spettacolo dal vivo, come dice Woody Allen, è l’unico genere che passerà indenne ogni tipo di rivoluzione tecnologica. Se parliamo del teatro come impianto, il teatro pubblico e il sistema economico che lo sostiene, credo che sia giusto che salti prima che salti la scuola. Se si deve salvare uno dei due, salviamo la scuola e buttiamo il teatro. Gli attori si inventeranno un modo per farlo ancora (…). Sono francamente molto pessimista su quello che succederà nei prossimi due anni.  Non credo che questo sistema abbia possibilità, vedo  come frana e vedo con quanta poca dignità sta franando. “

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