sabato 26 marzo 2011

Riflessioni su Aspettando Godot


E' dolcissimo l'Estregano interpretato da Eros Pagni, paterno, protettivo, in un atmosfera surreale, in cui sembra essere l'unico ad avere la memoria, il ricordo di ieri e di oggi. Si prende cura di Vladimiro con tenerezza, e sul finale viene quasi il dubbio che questo famoso Godot che tanto si attende, possa anche essere lui, con la sua saggezza, la barba bianca ed il dono di poetre ancora ricordare, conoscere il passato. Sarebbe bello se fosse così. Anche perchè questo non risolverebbe il testo, ma aprirebbe di nuovo a diverse possibilità - altro segnale della complessità del testo-: forse solo l'uomo può salvare se stesso, forse è una incarnazione del divino fra gli ultimi. Quello che è indubbio è che l'unico valore a salvarsi e a salvare  è proprio quello della realzione con l'altro. Un rapporto che, pure essendo una dipendenza,  può essere mutuo aiuto e scambio, come  nella coppia Estragone -Vladimiro che si compensa e si sostiene. Oppure, come nel rapporto fra Pozzo- Lucky, può essere uno sfruttamento che resta comunque l'unico sistema per poter sopravvivere.  Eros Pagni e Ugo Pagliai riescono a tirare fuori dal testo una poesia e una dolcezza che dubito altri avrebbero saputo esprimere in un modo così delicato.  

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